Che giorno è stamattina? …Mamma mia, lunedì! …Chi ce l'ha la voglia di alzarsi?!
Pronto per un'altra settimana, dopo una scorpacciata di afa e di uffaaaah, di sudore e di docce, di sole e di sole… tanto sole! E, lui continua, imperterrito a dardeggiare. Se ne sta lassù, intoccabile, che se no vi brucia. Neanche a guardarlo, se no vi acceca. Ma, buono anche lui, il sole ci illumina, ci riscalda. Gli verrà pure da ridere a guardarci, poveri diavoli, arrabattare e correre affannati, per cose di poco conto.
Avete presente la canzone di Vasco? Quella che, appena accendete la radio, vi dice che niente ha senso? E voi subito la spegnete, perché anche una radio accesa vi pare priva di senso?
Il nostro procedere oltre, per strade fangose, autostrade intasate di pensieri, traverse sporche di effimere emozioni, a cercare il senso delle cose, del nostro agire e che pare non ci sia un senso: senso unico, verso il niente. Invece esiste, sta lì bello pieno, il senso della vita! Ce l'abbiamo davanti agli occhi.
Non lo vogliamo riconoscere.
Perché?
Ma perché siamo "vasi di coccio". Mettere in discussione tutto il nostro modo di essere, di vivere, di pensare è da coraggiosi! E noi vigliacchi e pigri! Troppo pigri per cambiare e ricominciare daccapo! Il nuovo ci spaventa, Eppure a vederlo ci piace, lo desideriamo anche ma, irraggiungibile. Volpi astute, passiamo oltre. E' più semplice mentirci addosso, con le mille scuse che abilmente ci sappiamo confezionare e dirci:
"Non ha senso questa vita!"
Questa mattina è andata così, in auto, mentre andavo in ufficio. Pensavo alle mie cose: famiglia, relazioni con gli amici e lavoro. Voglia di ascoltare Vasco Rossi, neanche per idea! Se li risolva i suoi problemi. Non me li venga a spiattellare in una canzone! La strada intasata dalla fantasia, e l'immaginazione ad ogni curva. …Per fortuna!
La molla, è scattata come?
In macchina, ve l'ho detto. Ho rallentato per girare a destra, intasata pure quella, la strada. Auto, pensieri, camions, preoccupazioni, clienti e sorpassi azzardati. Frenata. Ho visto… no, ho riconosciuto un amico. Non il solito amico. Uno di tanti anni fa, un amico di-quelli-per-sempre, che se anche non lo incontri per anni, voi lo considerate tale per la vita. Lo affianco. Abbasso il finestrino e:
"Ehi! Vecchietto! Dove te ve da ste parti?" e lui:
"Caspitaaa Mario!" …meravigliato, stupito, di sasso! Un sorriso da rompersi la faccia.
Insomma, con Tonino si lavorava insieme allora. Ma quanto tempo! …Si ricordava di me. Ed io, di lui naturalmente! …Ieri, 25 luglio - ore 08.30 del mattino! Non la immaginate la soddisfazione! E che piacere! L'auto filava veloce, sorpassava i pensieri. Ora davanti stavano loro con divagazioni sul tema:"il senso della vita". Per non avere sorprese, di quelle che, con una botta ben assestata, ti svelerebbero "il senso più alto possibile", ho rallentato. Sulla strada ormai sgombra, sull'argine del fiume e sotto l'acqua che scorreva torbida, mi sono abbandonato a una distrazione in più.
Mi domandavo, immaginavo, fantasticavo sulla vita. Se fossi rimasto a lavorare assieme a lui, a Tonino voglio dire.
Mi sono trovato immerso in una vita diversa da quella fino ad oggi vissuta. Un semaforo rosso. ….Tornare indietro nel tempo. A un incrocio girare; cambiare le carte del gioco e, via, per un'altra strada. Tutta fantasia, …rimpiangere il passato. Un po', pentirmi degli errori. Un po’, orgoglioso di altre scelte. Gomme usurate dal tempo e brusche frenate. Insomma, un'insalata di se, …se, …se, e di ma…, immaginandomi mille Mario diversi: prete, missionario, operaio, medico, impiegato, generale. Chissà, onorevole o, anche ministro. Incontri, tanti incontri.
Tante donne diverse: ad ogni Mario la sua.
Sarei ancora lì a fantasticare se, quel tizio dalla Punto rossa, non mi avesse messo fretta e non mi avesse suonato il clacson. Mi sono dato un pizzicotto, per sentirmi il Mario di sempre. Alla radio, Vasco Rossi si girava e rigirava nel "Non senso delle cose e della vita". Io invece, cominciavo appena a capire il mio.
Mario
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